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simo argentariodivers

Comune di 2a classe
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Su simo argentariodivers

  • Compleanno 15/12/1979

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    Male
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    Porto Ercole - GR -

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    info@argentariodivers.it

simo argentariodivers's Achievements

  1. citazio0ne....ciao atutti, grazie per le risposte alle mie domande dei giorni scorsi, ne faccio ancora una.. in qualche numero di "Aria alla Rapida" si parla spesso della fosforescenza che si produceva con il movimento delle eliche , che creava una scia del smg visibile a grande distanza, specie dall'alto. da cosa è prodotta questa scia ? esisteva un modo per eliminarla? alla prossima Si chiama bioluminescenza ed è un fenomeno presente in acqua di mare dericato dall'eccitamento di alcuni particolari organismi molto piccoli; basta che di notte agiti una mano inh acqua e lo noterai immediatamente.. simo argentariodivers
  2. simo argentariodivers

    Incontri In "alto" Mare

    Ecco i link di qualche incontro fatto ... sott'acqua I barracuda all'isola del giglio, le mante della polinesia.... simo http://www.argentariodivers.it/galleria-fo...sp?f=immersioni ps: non riesco a caricare le foto dal pc...help
  3. simo argentariodivers

    Il Viminale

    Ecco due dati sulla Viminale , forse è , dolo l'Andrea Doria la più bella nave che ho mai visto (soot'acqua). simo Nome: Viminale Tipo: nave mista Costruzione: anno 1925 Cantiere: S. A. Cantiere Navale San Rocco - San Rocco (Italia) Armatore: Oriens, Linee Triestine per l'Oriente, Trieste (Italia) Nazionalità : italiana Stazza lorda: 8.657 tonnellate Portata lorda: 10.370 tonnellate Lunghezza: 142,50 metri Larghezza: 17,44 metri Altezza: 9,60 metri Apparato motore: 2 motori diesel (4 tempi 6 cilindri) Eliche: 2 Velocità : 13 nodi Passeggeri turistica: 60 Passeggeri 3ª classe: 320 Causa affondamento: siluramento Data affondamento: 25 luglio 1943 Luogo: Palmi, Provincia di Reggio Calabria Profondità min: 98 metri Profondità max: 108 metri Fondo: Sabbioso Distanza da riva: 1 miglio Immersione: tecnica Difficoltà : elevata Interesse storico: storico, fotografico e biologico elevato LA NAVE VISTA NEI PARTICOLARI La Mn. viminale si presentava come una classica nave del tipo a shelter-deck, a due alberi con poppa ellittica e prua diritta, con due pic­coli castelli a poppa e a prora ed una sovrastruttura centrale svilup­pata su tre ponti di cui due collegati al ponte di comando. Caratteristiche rilevanti, tre coppie di maniche a vento accoppiate a picchi di carico: una a proravia della plancia serviva i boccaporti delle stive 2 e 3, una all'estremità prodiera del ponte di passeggia­ta serviva il boccaporto della stiva 4 e l'altra all'estremità poppie­ra dello stesso ponte serviva il boccaporto della stiva 5. La novità era soprattutto costituita dal fumaiolo di dimensioni estremamente ridotte, innovazione assoluta nella ricerca di nuove linee estetiche per navi che non necessitavano più di canne di tiraggio, ma solo di un sistema di eliminazione dei gas di scarico. La sovrastruttura centrale era costituita da tre ponti parziali di cui i due inferiori collegati al ponte di coman­do. Sul ponte più alto, il ponte lance, dove emergevano il fumaiolo e le maniche a vento destinate alla aerazione dei saloni, dei locali di servizio e della sala macchine, trovavano posto due imbarcazioni di salvataggio e due imbarcazioni utilizzate per i servizi in porto. Allo stesso livello, sul ponte di comando, erano sistemate la stazio­ne rt con gli alloggi per il personale addetto e le sale nautiche. Sul successivo ponte di passeggiata erano sistemati i saloni pubblici comprendenti, nella sezione trasversale di poppa, il bar e la sala fumatori, nel corridoio di sinistra la sala di scrittura e lettura, nella sezione trasversale prodiera una veranda e nel corridoio di destra la sala musica; da notare che i quattro locali erano intercomunicanti, senza obbligo di uscire all'aperto per passare dall'uno all'altro. In corrispondenza, sul ponte di comando si trovavano gli alloggi del comandante e degli ufficiali superiori. Il ponte di passeggiata era collegato al ponte successivo (ponte A) da uno scalone che portava al vestibolo principale da cui si accedeva alle 24 cabine ad uno o due letti (per un totale di 42 persone) situate sullo stesso ponte. All'estremità prodiera, sotto il ponte di comando, era ricavato il salone da pranzo, capace di ospitare 48 persone in tavoli per quat­tro e per sei posti. All'estremità poppiera del ponte, l'alloggio per il medico di bordo. L'arredamento della classe unica, a cui si accedeva, come già accennato, da un ampio vestibolo a centro nave, era sviluppato in modo spazioso e limitato ad una decorazione molto sobria con abbondanza di luce ed aria.Le cabine erano straordinariamente spaziose (arrivavano ai 3 m di altezza) dotate di ampie finestre rettangolari, anziché dei classici oblò circolari, oscurabili mediante piccole persiane. Tutte le cabine erano dotate di lavandini con acqua corrente, ma non disponevano di servizi privati. L'aerazione dei locali era garantita da ventilatori elettrici e il riscaldamento durante le navigazioni invernali era for­nito da radiatori elettrici.Sul ponte B, sempre nella sovrastruttura centrale, erano sistemati gli alloggi del personale di macchina, gli impianti di refrigerazione, le dispense e le cucine. Nel castello di prora, situato sullo stesso ponte, erano ricavati gli alloggi per l'equipaggio. Lo scafo si sviluppava su due ponti continui da prua a poppa (ponti C e D) e un doppiofondo diviso in dieci compartimenti destinati a depositi di nafta, olio lubrificante, acqua potabile e acqua di zavor­ra. Sul ponte principale, destinato alle sole operazioni di carico, si aprivano i boccaporti per le sette stive: quattro a prora del locale motori e tre a poppa con uno spazio di circa 50.000 m3 per carico generale.Il sistema di carico principale comprendeva sedici picchi tubolari per 20 tonnellate ed uno da 10 tonnellate. Sul ponte C gli interponti delle stive 6 e 7 potevano essere adattati al trasporto di un cen­tinaio di passeggeri di coperta, per i quali non erano previsti servi­zi particolari che non fossero quelli destinati alla normale igiene personale. Per la sicurezza, altre due imbarcazioni di salvataggio erano sistemate a poppa. La nave disponeva di un'infermeria e di un reparto di isolamento per malati contagiosi. Nella sala macchine a centro nave, erano installati i due motori die­sel a semplice effetto, ciascuno con sei cilindri di 740 mm di diame­tro e 1269 mm di corsa, sviluppanti una potenza di 1960 cv ciascu­no, a 125 giri/min., capaci di imprimere alla nave una velocità di 13,5 nodi.Come già accennato, i motori erano stati costruiti dallo Stabilimento Tecnico Triestino (n. di costr. 5007-5008 per la viminale) su licenza della ditta Burmeister & Wain di Copenaghen. I due motori erano sistemati al centro della sala macchine, mentre sulla sinistra erano sistemati tre generatori elettrici azionati da motori diesel a 3 cilin­dri accoppiati ad una dinamo a 220 volt. Sul lato destro si trovava­no la maggior parte delle pompe di alimentazione e di lubrificazio­ne, nonché le pompe per il raffreddamento dei motori, ottenuto in modo innovativo mediante circolazione di acqua marina. Sempre sulla destra erano posizionate altre pompe di servizio e antincendio. simo ad
  4. simo argentariodivers

    Elbano Gasperi/juminda

    Bravo dr.deep.... non lo avevo mica mai visto!! Complimenti davvero ! PS.Ma la mina fuori la secca di p.secca ? Simo ad
  5. Purtroppo non ho un link dove mandarlo, ma solo un file ! Come si puo fare Simo Argentariodivers
  6. Benchè personalmente sia contario al recupero mi fà sorridere constatare che non si riescano ad individuare 35.000 tonnellate d'acciaio poste ad una batimetrica variabile da 300 a 500 mt quando si è recuperata immediatamente (eh! già quando qualcosa brucia......) la scatola nera (circa 50 cm per 5 kg scarsi.... in materiale amagnetico) del Dc9 itavia in un area di 300 metri quadrati, a 3620 mt di profondità , in fondo alla “fossa del Tirreno†con i mezzi disponibili nel 1980.... ........ Concordo pienamente...con tutta la tecnologia che ha Nave Anteo secondo me è veramente molto difficile non trovare una spilletta da balia di 40.000 tonnellate...pensa solo al magnetismo!!! simo argentariodivers
  7. Sicuramente è una sensazione stupenda.... un misto fra piacere della scoperta , adrenalina e rispetto . Rispetto nei confronti della nave, che sta vivendo una seconda vita , dei suoi odierni abitanti . Se nella tragedia che ha portato la nave nel regno di nettuno sono comprese vite umane tutto cambia , le sensazioni cambiano, come se la nave proteggesse coloro che sono morti nella vicenda infliggendo ai curiosi un timore quasi reverenziale.... simo argentariodivers ps :si, le immersioni nei relitti profondi sono diventate un concentrato di tecnologia : rebreather (circuiti chiusi elettronici ) , Trimix - Nitrox
  8. Ho solo foto tratte da un video ...girato da me !! se non hai il mal di mare... lo metto sul forum... simo argentariodivers
  9. A dir poco stupendo.... è il naturale proseguo di The Last Dive - Tradotto in Italiano (anche se non sembra ) - BLU PROFONDO, l'ultima immersione di Bernie Chowdhury.Anche Quest'ultimo stupendo, un vero capolavoro del genere... lo scorso hanno mi sono immerso sull U-boot in questione... davvero emozionante Simo Argentariodivers ah dimenticavo, casa editrice : Sperling & upfer Editori
  10. Questo che vi presento è il relitto del Piroscafo " Marsala " Probabilmente non l'avete mai vista, neanche in fotografia però vi assicuro che è veramente bella....in acqua poi ha un fascino particolare, sembra avvolta da un alone di mistero... Lo scafo praticamente integro , un tagliamare formidabile.... è stata veramente sfortunata... Il Piroscafo Marsala venne costruito dai cantieri Alexander Stephen & Sons di Glasgow in Inghilterra nel 1882 e dislocava 2274 t.s.l. Registrato con la ditta Slogan line il 31 maggio 1882, ha iniziato lavorando sulla tratta Amburgo-Australia Nel 1886 minacciato dalla concorrenza del Norddeutscher Lloyd che aveva ricevuto una sovvenzione dal governo per la consegna e trasporto di materiale postale, è stato ritirato da questo servizio e trasferito alla linea appena aperta di Edward Carr Amburgo \ New York, attivando così un servizio di trasporto passeggeri e merci, accogliendo 600 passeggeri circa a tratta. Il 2 settembre 1886, effettua il primo viaggio Amburgo-New York, mentre il 7 ottobre 1897 l’ultimo viaggio della linea Amburgo-New York. Dal 1882 al 1911 resta di proprietà della Sloman line che nel 1911 lo cede alla società di navigazione "Beraldo e Devoto" di Genova. Requisito ed adibito come nave da trasporto nella guerra Italo-Turca, nel 1913 la società diviene "Clorialdo Devoto" sempre con sede a Genova. Il Naufragio La mattina del 2 Luglio 1913 il Marsala proveniva dal porto tunisino di Sfax in direzione dell’approdo di Santa Liberata in Argentario con un carico di circa 3500 tonellate di fosfati, per il comandante Giacomo Massa tutto procede come di consueto: si succedono i turni di guardia al timone , mentre all’alba si alza una fitta nebbia. Anche se a bordo vengono prese tutte le precauzioni del caso secondo gli standard della compagnia marittima , quando raggiunge il traverso dell’Isola di Giannutri entra in collisione con il piroscafo Italiano Campidano ( iscritto al compartimento marittimo di Cagliari e proveniente da quella città , con capitano Arcidiacono ). L'impatto fu disastroso , e il Marsala ne usci quasi interamente tagliato in due, l'acqua lo invase velocemente, facendolo colare a picco in meno 10 minuti. A bordo vi erano 23 persone di equipaggio e quattro passeggere, la moglie del comandante, la cognata di questi, un’ amica della moglie e la figlia di un importante notabile di Sfax anch'essa amica della moglie. Dato l'orario, parte dell'equipaggio stava ancora dormendo, risvegliati dalla collisione e dall'allarme dei marinai di guardia furono rapidamente calate in mare le scialuppe e fortunatamente tutti poterono prendervi posto. Fortuna volle che passava nelle vicinanze anche un vapore tedesco che accortosi della gravità dei fatti si diresse sul luogo del naufragio per cooperare all'opera di salvataggio assieme al piroscafo investitore. I naufraghi raccolti dal Campidano furono portati a Civitavecchia, ove ricevettero i primi soccorsi dalla locale Capitaneria, erano ovviamente tutti sprovvisti di abiti e di mezzi: alcuni marinai erano addirittura con la sola camicia. Il Campidano riportò solo leggere avarie e, particolare curioso, il vapore Tedesco salvò la cagnolina di bordo che guaiva disperatamente trasportata alla deriva su una tavola. Il Marsala in breve: Nome della nave: Marsala Cantiere di costruzione: Alexander Stephen & Sons di Glasgow Nazionalità : Inglese Data del varo: 3 maggio 1882 Stazza: 2274 t.s.l. Misure: mt 97.42 X 11.02 X 7.49 Alberi: 3 Velocità di crociera: 11 nodi Equipaggio: 35 persone Capacità trasporto passeggeri: 600 c.a. Localizzazione: 42°16' 426N, 11°08'671E Correnti: forti e frequenti in direzione E\O Difficoltà immersione:elevata Profondità media: 104 metri Visibilità : mediamente buona Reti presenti: 1 di media grandezza poco pericolosa Il relitto è pedagnato da Argentario Divers L’immersione sul relitto del Marsala è ovviamente riservata a subacquei molto esperti causa della profondità , della presenza di forti correnti e della visibilità non sempre buona. Il relitto è pedagnato , con la cima che arriva direttamente sulle stive a 10 metri circa da quello che rimane della zona del cassero. Appena arriviamo sul relitto ci si rende subito conto che abbiamo davanti una nave molto vecchia, infatti le strutture che rimangono sono solo quelle in ferro , bronzo e altri materiali metallici mentre il ponte, le paratie, i rivestimenti e le altre strutture non-portanti che all’epoca erano fatte in legno sono quasi tutte crollate nel fango.L’impatto con il piroscafo Campidano ha provocato un grande squarcio nella zona compresa fra il cassero e la prua della nave, aprendo un varco di circa 20 metri . Ecco quindi che è il fango a custodire tutti gli oggetti più interessanti e le incrostazioni hanno ovviamente ricoperto tutto. La nave poi è diventata un rifugio ideale per aragoste , musdee , cernie di fondale e scorfani di dimensioni notevoli , mentre le nuvole di Anthias l’ avvolgono con un abbraccio quasi morboso, quasi per proteggerla da intrusi. In questo tratto di mare poi è molto facile incontrare ricciole e altro pesce di grossa taglia in caccia. Simo Argentariodivers
  11. simo argentariodivers

    R.m.s. Carpathia

    Da buon subacqueo fra i vari sogni nel cassetto c'e' quello della spedizione Carpathia. Purtroppo quest'estate ho avuto molto da fare , altrimenti ci sarei andato molto volentieri. Qui di seguito trovato il link ufficiale della spedizione 2007 . Se l'Andrea Doria è considerata tuttora l'Everest della subacquea , il Carpathia lo è ancor di più viste le difficoltà logistiche e ambientali. ecco i link : http://www.silent-submersion.com/news/Carpathia.html http://www.provenvcts.co.uk/carpathia/index.php Simo Argentariodivers
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