Dunque, purtroppo avevo scritto una lunga e dettagliata relazione che mi è sparita quando ho cercato di mettere un link. Ci riprovo... Circa il Concordia e i tre relitti: i fatti sono questi: - negli anni 80, a seguito di una autorizzazione della Soprintendenza archeologica toscana effettuai una serie di ricerche e di recuperi di limitate quantità di materiali a scopo di documentazione da due relitti siti fra la Gabbianara e la Cala del Lazzaretto all'Isola del Giglio. I relitti di epoca ellenistica fra III e II secolo aC e distanti cronologicamente fra loro circa 25 anni avevano un carico di anfore greco-italiche e si trovavano a -28 ed a -35-38 m. Su di uno c'erano evidenti tracce di incendio a causa di resti bronzei di una klinai (letto) con tracce di fusione su una testina negroide. I materiali recuperati furono varie anfore, cordami concrezionati, bronzi e ceramica spagnola. Molti di questi furono depositati presso di me e solo dopo molte mie insistenze ed infine una mia lettera di diffida furono prelevati dalla Soprintenza pochi anni fa e smistati fra magazzini e Musei (Firenze e Porto Santo Stefano); - i due relitti del Lazzaretto sono ampiamente citati con foto e disegni del materiale su due libri della Soprintendenza archeologica della Toscana, e cioè Relitti di Storia e Memorie sommerse, che sono i cataloghi di due mostre; - nell'impatto contro lo scoglio esterno delle Scole il Concordia creò una frana che si abbattè sul relitto del V secolo d.C. a -50 m, distruggendolo. Il relitto era ampiamente conosciutìo dai Gigliesi che (alcuni...) lo hanno depredato per vendere le anfore ai turisti, e dalla soprintendenza per via delle residuali anfore consegnate da persone meno disoneste. Pubblicato su L'universo (Ist.Geogr.Militare) un reportage di Olschki in cui si vedono sub al lavoro sotto e sopra il mare con queste anfore, e nel supplemento al Bollettino d'Arte, Supplemento 4, a.1982 del Ministero dei Beni Culturali, p.50. Non ci ho lavorato mai; - un mio amico, funzionario del MiBAC e archeologo subacqueo presente al Giglio in quei giorni, mi riferì in via confidenziale che aveva appreso dai sommozzatori della M.M. che gli stessi avevano constatato lo spostamento di materiale archeologico per circa 20 metri a causa dello strusciamento del Concordia sugli scogli; - il 1 maggio 2013 incontrai casualmente a Braccagni (GR) il dr. Armando Schiaffino, ex sindaco del Giglio, con cui chiaccherai della situazione del Concorde e gli rammentai dei relitti che erano proprio sotto. Il giorno dopo fui chiamato al telefono da un certo Matteo Alfieri giornalista della Nazione di Grosseto, allertato da Schiaffino, che mi chiese informazioni. Uscì quindi subito un articolo su 3 colonne a firma dello stesso Matteo Alfieri sulla cronaca di Grosseto in cui si dicevano molte inesattezze che io mi affrettai a evidenziare e negare via email, ma che non furono mai pubblicate dal giornale; -a seguito di ciò e del rumore che ne seguì il procuratore di Grosseto incaricò il Capitano dei C.C Andrea Lachi di svolgere accertamenti in merito; fui richiesto se ero disponibile a rilasciare una dichiarazione "spontanea" ed al mio assenso vennero a Firenze due C.C. (maresciallo ed appuntato) che raccolsero le mie dichiarazioni ma non tutte (non quelle relative al relitto delle Scole) supportate da documenti e libri della Soprintendenza che riportavano i relitti. A seguito di ciò la procura di Grosseto aprì un fascicolo a carico di Schettino, almeno così presumo. - da allora c'è stato dapprima una serie di articoli giornalistici in Italia ed all'estero (vedi commento precedente coi links) e poi il silenzio. Perchè? - La Soprintendenza archeologica di Firenze reagì con disappunto a queste mie dichiarazioni, e minimizzò i fatti. Devo dire che prima del naufragio c'era stato un survey sul sito organizzato dalla Soprintendenza con mezzi navali di privati ed archeologi liberi professionisti, durante il quale non erano stati individuati i relitti, cercati in posti sbagliati perchè su esplicita richiesta della Soprintendenza io a suo tempo avevo fornito coordinate geografiche affette da errore onde evitare interventi di malintenzionati sui siti. Non fui interpellato nè prima nè dopo il survey e ne seppi qualcosa solo anni dopo; - i materiali da me recuperati legalmente negli anni 80 in base ad una autorizzazione scritta della soprintendenza furono tutti consegnati alla stessa ed ora sono sia nel museo della rocca spagnola di Porto Santo Stefano sia nei magazzini della soprintendenza (anfore, bronzi, cordami, un vasetto ampuritano). - dopo di me ed in mia assenza dal Giglio Mensun Bound recuperò altro materiale (colli d'anfora) dallo stesso sito, ed una grande ancora in ferro dal relitto più profondo a circa -38 m, rompendone l'anellone superiore (integro alla mia scoperta della stessa) e posizionandola alla radice del molo di Giglio Porto, davanti all'ufficio Circondariale Marittimo, dove è rimasta per molti anni senza essere mai stata sottoposta a desalinizzazione e restauro, ed attualmente scomparsa per altra a me ignota destinazione. Questi i fatti. Dopo un iniziale interesse mediatico la cosa è stata dimenticata, e non se ne parla più. Ma è doveroso parlare di un altro fatto spiacevole: subito dopo il naufragio intervennero sommozzatori dei CC, GdF, MM e Vigili del Fuoco, ma tra i primi furono i CC che si fecero fotografare accanto alla campana della nave attaccata al suo posto. La stessa sera fu riferito da testimoni oculari che la campana era già smontata e giaceva sul fondale. Il giorno seguente, la mattina, la campana non c'era più. Chi l'aveva asportata? sul posto potevano immergersi solo sommozzatori dei CC e degli altri corpi, che io sappia. E' altamente improbabile che ci sia stato qualche sub che potesse rubarla, era un luogo talmente controllato che solo pochi all'inizio potevano immergersi! A voi le conclusioni.