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Alagi

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  1. Alagi

    Identificazione Corazzata Libia...

    Sulla prima foto, non saprei, potremmo essere ovunque. La seconda immagine, più che in Libia, direi che è scattata nel Golfo della Spezia.
  2. Ringrazio tutti gli amici che qui, su Facebook, per e-mail, al telefono e di persona mi hanno veramente fornito un supporto e un appoggio che è stato davvero bello ricevere. Naturalmente, anche il mio ringraziamento va al com.te Erminio Bagnasco: non soltanto Direttore per 21 anni di "Storia militare", ma un Amico e un Maestro che - con disinteresse e professionalità - ha saputo reggere con mano ferma e sicura il timone della rivista. Ma c'è sicuramente di più: è da lui che ho imparato il "mestiere", e sono certo che tutti avremo ancora modo di leggere parecchi suoi articoli su "Storia militare", di cui continuerà ad essere collaboratore. Con continuità nella tradizione, tradizione nella continuità, e occhio attento a possibili miglioramenti di "Storia militare" e di "Storia militare Dossier", non posso che esprimere fiducia nel futuro, grazie anche ai collaboratori della testata e ai numerosi amici che mi affiancano nell'opera di "passaggio di mano". "Passaggio di mano" che - si badi bene - sta avvenendo "in corsa", garantendo in tal modo la continuità delle pubblicazioni di "Storia militare" (che ad agosto sarà regolarmente in edicola con il n. 251), come pure la prosecuzione dei "Dossier", il cui prossimo numero (il 15) sarà in edicola il 1° settembre. Grazie a tutti e... arrivederci in edicola il 1° agosto!
  3. Alagi

    Nomi Di Particolari Zone Di Una Nave (Classe Oasis)

    Su quasi tutte le navi di questo genere. Tocchiamoci.
  4. Alagi

    Nomi Di Particolari Zone Di Una Nave (Classe Oasis)

    Ormai, con le navi combinate a questo modo, non si può far altro che andar per numeri...
  5. Alagi

    Nomi Di Particolari Zone Di Una Nave (Classe Oasis)

    No! Il ponte di coperta non è quello più in alto della sovrastruttura (che giustamente è il n. 16 nello schema della Compagnia). Nel caso, il ponte di coperta (cioè il più alto DELLO SCAFO e NON DELLA SOVRASTRUTTURA) è - sempre dallo schema della Compagnia - il n. 7 Suggerirei di seguire il consiglio di Luciano: viceversa, ci si metterebbe sul piano di quelli che scrivono "davanti" e "didietro" (invece che "prora" e "poppa") e "pali" invece che "alberi".
  6. Alagi

    Nomi Di Particolari Zone Di Una Nave (Classe Oasis)

    Va premesso che nelle moderne navi da crociera, i canoni della tradizionale architettura navale - e le denominazioni di particolari elementi - risultano del tutto snaturati rispetto alla comune (e tradizionale) onomastica degli elementi dell'allestimento. Ciò premesso; 1) Questo elemento può essere considerato una battagliola (o parapetto) di tipo "pieno", peraltro largamente utilizzato nell'ambito delle costruzioni sia militari sia mercantili "tradizionali" per garantire maggiore protezione e sicurezza rispetto alle comuni battagliole con draglie e candelieri. 2) Nelle navi passeggeri, tutti i ponti superiori al ponte di coperta (che è il più alto dello scafo), sono di solito numerati da 1 in avanti; il ponte più alto avrà quindi la numerazione più elevata rispetto a quelli che si trovano inferiormente ad esso. Il ponte di coperta non è quindi il più basso nello scafo, ma il più alto. Mentre nelle costruzioni militari i ponti inferiori a quello di coperta hanno denominazioni particolari (ponte di batteria, 1° e 2° copertino, stiva ecc. ), nelle costruzioni mercantili le denominazioni sono diverse. Per le navi passeggeri, i ponti inferiori a quelli di coperta hanno spesso numerazioni decrescenti o, più facilmente ancora, sono individuati da lettere (Ponte "A", Ponte "B" ecc.). Occorrerebbe avere una sezione della nave di tuo interesse per rilevare i dati precisi: di solito, i siti delle Compagnie di Navigazione riportano le sezioni longitudinali delle principali navi, che poi sono le stesse presenti nelle brochures distribuite a bordo ai crocieristi... 3) Non credo che esista un termine di architettura navale che definisca questi elementi con una sola parola: si tratta, in pratica, di "un'estensione dei lati della sovrastruttura verso poppa, che delimitano - a loro volta - uno spazio interno collocato in corrispondenza della linea di mezzeria dell'unità".
  7. Alagi

    Scheda Sommergibili Betasom

    Ti suggerirei di elencare i battelli in ordine di arrivo a Betasom, in modo da rendere più organica la loro presentazione. I nomi corretti sono quelli delle pagine dell'elenco. Tra i nomi abbinati alle fotografie dovresti invece correggere i seguenti: Francesco Morosini ------------DIVENTA---------> Morosini Agostino Barbarigo ------------DIVENTA---------> Barbarigo Angelo Emo ------------DIVENTA---------> Emo Benedetto Brin ------------DIVENTA---------> Brin Enrico Dandolo ------------DIVENTA---------> Dandolo Giacomo Nani ------------DIVENTA---------> Nani Lorenzo Marcello ------------DIVENTA---------> Marcello Lazzaro Mocenigo ------------DIVENTA---------> Mocenigo Galileo Ferraris ------------DIVENTA---------> Ferraris Le denominazioni comprensive di nome e cognome sono riferite ad altre unità (precedenti o successive al periodo bellico), o - in taluni casi - non sono corrette. (Fonte: F. Bargoni, Tutte le navi militari d'Italia 1861-2011, Roma, USMM, 2012) Nelle fotografie, per il Mocenigo, hai inserito la fotografia del Lazzaro Mocenigo del 1919, e non qulla del Mocenigo del 1937. Mi permetto di suggerirti il secondo volume de I sommergibili italiani 1940-43, recensito qui: https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=41952 per ulteriori dati e informazioni.
  8. Alagi

    Novità Presso L'usmm - Archivio Storico

    Stante la decisione di esigere un pagamento di 15 centesimi per ogni pagina fotografata, mi domando come pensino i responsabili dell'USMM di poter attuare un controllo su questo specifico punto. Mi spiego meglio: l'USMM ammette su appuntamento - se non vado errato - quattro visitatori al giorno, che si sommano ai vari ricercatori istituzionali (ammiragli in pensione, universitari ecc.) che pressoché quotidianamente sono presenti in sede. Non mi sembra che l'USMM disponga di personale in numero sufficiente tale da affiancare un angelo custode alle spalle di ciascun ricercatore, per tenere conto conto degli "scatti" da lui eseguiti di specifici documenti e stilare - al termine della visita - una "bolletta". Assumere nuovo personale per questo specifico e, mi si consenta, assurdo compito sarebbe ben più costoso dei possibili, accresciuti ricavi derivanti dai famosi 15 centesimi a pagina. Senza contare che - spesso - dello stesso documento un ricercatore scatta più immagini, proprio perché le fotografie vengono fatte in condizioni di luce non ottimali e si fanno tre o quattro scatti dello stesso foglio sperando che uno venga un po' meglio degli altri. Credo che un controllo della scheda elettronica della macchina fotografica fatto al termine della visita violerebbe anche talune normative sulla privacy. Facciamo l'ipotesi che nella macchina fotografica ci siano immagini "riservate" della fidanzata e che chi conta gli scatti dei documenti veda pure queste... Mi direte: bisogna andare con una scheda vergine, ma faccio l'avvocato del diavolo e scherzo pure un poco in questo caso, ma la cosa potrebbe anche andare a finire male con querele e problemi legali vari. Forse, la cosa migliore sarebbe quella di far pagare un "biglietto d'ingresso" omnicomprensivo (anche 10 o 15 euro, ma valido per tutte le attività svolte all'interno dell'USMM), anche al fine di evitare di porre in essere normative di difficile attuazione come ho cercato di dimostrare, oggettivamente ridicole e tali da rendere meno appetibile la visita a questa gloriosa istituzione.
  9. Il mondo va veramente alla rovescia. Mi consta che Staffan de Mistura sia stato insignito della decorazione di Cavaliere di Gran Croce: http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/11631338/De-Mistura-cavaliere-di-Gran-croce.html Evidentemente, chi ha firmato quel provvedimento immagino pensi che Latorre e Girone vadano fucilati.
  10. Purtroppo, il problema delle traduzioni è - ahimè - ancora ben presente ai nostri giorni. Duole riesumare questa mia recensione: https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=33267 la cui seconda parte, dedicata alla traduzione di un volume posto in commercio nel 2010, è purtroppo sintomatica di un malcostume tuttora vigente e imperante.
  11. Alagi

    Conferenza - Genova, 21 Maggio 2014

    Per chi fosse interessato, ecco il programma sino alla prossima primavera:
  12. Segnalo che domani 21/5 alle 17.30, al "Museo del Risorgimento" di Genova (Via Lomellini 11), terrò una conferenza sul tema "Le navi italiane della prima guerra mondiale", abbinata ad una proiezione di immagini d'epoca tratte dalla mia collezione. L'incontro è il primo di una serie di conferenze organizzata dal Museo del Risorgimento in occasione dei prossimi centenari relativi alla "Grande Guerra", dal titolo "La Grande Guerra navale, aerea e terrestre. Storia militare del primo conflitto mondiale: uomini, mezzi e memoria". Questo ciclo di conferenze è a cura del sottoscritto quale membro del comitato di Redazione del mensile "Storia militare" e dell'arch. Giorgio Rossini, già Soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria e di Venezia, in collaborazione con l’Istituto Mazziniano. Tutti gli interessati sono invitati a partecipare!
  13. Alagi

    Navi A Napoli

    ... Un rigurgito di dignità (o qualcuno avrà fatto notare la topica), e il post è sparito In compenso, su e-Bay ci sono due cartoline in vendita con la stessa immagine, così denominate: POSTCARD, MILITARY SUBMARINE, FOTOELETTRICO, NAPLES ITALY, 1924 In questa dicitura "fotoelettrico" mi sembra più propriamente inteso come riferimento allo studio "Foto-Elettrico" e non ad un improbabile compito del battello... Piuttosto, poichè la cartolina è "viaggiata" nel 1924, ciò consente di retrodatare perlomeno a quell'anno la fotografia in oggetto.
  14. Alagi

    Navi A Napoli

    • Il sommergibile è un battello della classe "N" (sei unità, da N1 a N6) del 1916-18, radiate tra il 1928 e il 1935. • Il rimorchiatore al centro è l'Atlante (il nome è leggibile sul tratto "pieno" di battagliola metallica a poppa all'altezza del coronamento. • L'unità a sinistra è uno dei due rimorchiatori d'altura Luni o Egadi del 1914-15, facilmente distinguibili per i due alti fumaioli ravvicinati. • In considerazione delle date di radiazione degli "N", della colorazione in grigio scuro dei due rimorchiatori e delle divise degli equipaggi daterei l'immagine al 1928-30. • Il porto è quello di Livorno. E' corretta la tua identificazione dell'errore, dovuto ad un'assurda interpretazione del timbro a secco dello studio fotografico. Visto quali bestie circolano su internet, viene davvero voglia di darsi alla caccia grossa, con fucili di precisione e senza lasciare superstiti.
  15. Alagi

    Navi A Napoli

    Concordo con le identificazioni di Alfabravo: la nave in primo piano è una "R", quella in secondo piano una "Queen Elizabeth". In particolare - se la data (1930) della fotografia è corretta - la "Queen Elizabeth" in secondo piano non può che essere la Barham. Difatti, nel 1930, le altre quattro unità della classe erano già state rimodernate (o erano in corso di rimodernamento) e, nell'ambito dei lavori ricevettero tutte il caratteristico, singolo e grosso fumaiolo dal lato anteriore inclinato, mentre la nave della fotografia ha due fumaioli verticali a sezione cilindrica. La Barham fu l'ultima unità della classe a passare ai lavori per il rimodernamento "di mezza vita", trasferendosi dalla Mediterranean Fleet alla Home Fleet a maggio del 1930, per poi passare ai lavori da dicembre 1930 a ottobre del 1933. Quindi, nel caso, la foto è databile tra il gennaio e il maggio del 1930. (Fonte: R.A. Burt, British Battleships 1919-1939, Londra, Arms and Armour Press, 1993). Più complessa l'identificazione della "R" in primo piano; tutte, difatti, furono dislocate nel Mediterraneo nel periodo comprensivo il 1930: • Royal Sovereign (XII 1936 - IV 1925) • Revenge (I 1929 - II 1936) • Resolution (III 1926 - XII 1935) • Royal Oak (III 1926 - V 1934) • Ramillies (VIII 1927 - VI 1932) [la fonte è la medesima di cui sopra] Come ho indicato nel topic sulla "Rivista H", per identificare con precisione l'unità sarebbe dirimente un controllo degli archivi dei quotidiani napoletani del periodo.
  16. Concordo con le argomentazioni di Marcello. La prima foto: raffigura sicuramente Doria e Garibaldi; verosimilmente, non può essere datata a prima del tardo 1951/inizio 1952, dato che il Garibaldi imbarcò il radar statunitense "SK-2" (caratterizzato dalla grossa antenna parabolica ben visibile nella foto), in un ciclo di lavori condotto tra il 1949 e il 1951. La seconda foto: mostra, in primo piano, l'incrociatore pesante Zara, distinguibile dalle altre unità della classe per la carattersitica forma a "T" della faccia posteriore delle sdt secondarie alla sommità del torrione, e per le tubolature orizzontali sui fumaioli. Un altro "Zara" - probabilmente il Gorizia - è visibile sullo sfondo all'strema sinistra. (Si veda quest'altra immagine, tratta dalla mia collezione, ove lo Zara è correttamente identiicato nel 1934/35): I caccia in questione sono senz'altro i sei "Jaguar" della Marine Nationale e la foto non può quindi che essere databile dalla fine del 1931 in avanti (lo Zara entrò in servizio ad ottobre di quell'anno). Per una datazione più corretta, ritengo che i quotidiani napoletani del periodo dovrebbero riportare la notizia della visita di un gruppo navale francese nel porto di Napoli, quindi - con un po' di ricerche contattando, ad esempio, la redazione de "Il mattino" o di altre testate in pubblicazione all'epoca - penso si potrebbe arrivare ad un periodo temporale ben definito.
  17. Alagi

    Identificazione Mitragliatrice

    Grazie a entrambi! Sapevo di poter contare sull'aiuto di qualcuno più esperto del sottoscritto su questo tipo di armi. Si tratta dunque di una Vickers .303 "Class C" mod. 1910, come segnalato dal C.te Galati. BZ anche a Regia Marina, per l'informativa sull'interessante sito degli affusti. In meno di un'ora mi avete risolto la pratica...
  18. Alagi

    La Fine Di Un'era

    GAVDEAMVS IGITUR! Alla faccia di chi ci vuole male.
  19. Mi è stato chiesto di identificare questa mitragliatrice: Sull'arma è presente una targa ovale con la dicitura "Vickers-Armstrong Limited - Crayford" e il numero di serie 33184. Verosimilmente, dovrebbe trattarsi di una mg Vickers cal. .303 )7,7 mm) mod. 1912, come quella descritta a questo link: http://www.warhistoryonline.com/war-articles/vickers-machine-gun.html ma il treppiede è diverso, in particolare pe quanto riguarda la struttura interposta tra l'arma e il treppiede medesimo. Qualcuno sa se si tratta del modello di cui sopra con affusto diverso o se l'arma ha una diversa denominazione? Grazie!
  20. Non mi ero accorto di una cosa. Inizialmente, avevo preso la prima immagine della galleria proposta al link per un "frame" di pubblicità, invece è una fotografia dei contenitori dei rullini negativi recuperati dal collezionista americano (Mr. Matt Ames). La fotografia è questa: e, come si vede dalla notazione apposta su uno dei contenitori, la data è quella del 7 gennaio 1938 (riferita o alla data in cui sono state scattate le immagini o alla data dello sviluppo). Le etichette dei contenitori sono in italiano, e fanno riferimento alla pellicola "Kodak Panatomic" (per la precisione "Panatomic X") commercializzata per un lunghissimo periodo (dal 1933 al 1987, come risulta da vari siti relativi ai prodotti "vintage" della Kodak), La "Panatomic", che aveva una sensibilità di 32 ISO, venne sostituita dalla ben nota "T-MAX 100". E' quindi evidente che perlomeno alcune delle immagini fanno riferimento ad un periodo diverso e antecedente alla visita di Hitler in Italia nel 1938. Da quello che si legge nel link, appare quindi verosimile che l'intero lotto di immagini sia stata scattato da un tecnico americano della Mobil Oil residente in Italia sul finire degli anni Trenta.
  21. Ringrazio per il "Giudice Supremo ed Inoppugnabile". E' un onore. In effetti, la "Rivista H" è un argomento che ho parecchio approfondito e che dal punto di vista fotografico è ottimamente "coperto" costituendo - probabilmente - l'evento prebellico riferito alla Regia Marina di cui esiste la migliore documentazione iconografica (e filmata). Ciò premesso delle 28 immagini di cui al link indicato solo le prime tre sono sicuramente riferibili alla giornata del 5 maggio 1938. Probabilmente anche la n. 23, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Tutte le altre, non c'entrano nulla. Alcune raffigurano Napoli e il Golfo ma NON in quel periodo (vista l'assenza di unità militari), mentre le restanti non hanno alcuna attinenza con lo specifico evento. ••••••••••• Ad oggi, escludendo le fotografie in bianco e nero dell'Istituto LVCE e di fonte privata (peraltro in massima parte già note), l'unica fonte "alternativa" realmente interessante sull'argomento sono le foto a colori (derivanti da diapositive Agfachrome) scattate in occasione della "Rivista H" dal tedesco Hugo Jaeger, fotografo personale di Hitler al suo seguito durante il viaggio in Italia del 1938. Queste fotografie a colori (ne avevamo già parlato qui sul forum) fanno parte dell'Archivio di "LIFE" e sono visionabili in rete a questo link: http://images.google.com/search?q=1940s+Hawaii+source:life&tbm=isch#q=Naples+1938+source:life&tbm=isch
  22. Alagi

    Visita A Maristaeli Luni

    BRAVO ZULU ad Andrea e, -ovviamente - agli amici della Marina, sempre disponibili con chi della Forza Armata fa o ha fatto parte, e ne rispetta e condivide gli ideali. Difatti, c'è chi puó e chi non puó...
  23. Attenzione!! Il disegno del tagliamare e l'andamento dell'insellatura come si evidenziano dalla fotografia della struttura interna della prora non sono quelli del Vivaldi, ma quelli degli altri "Navigatori" modificati nel 1939-40: Il Vivaldi [rif. 1 nel disegno], che fu il "prototipo" per le modifiche attuate sugli altri nove "Navigatori" modificati [rif. 2 nel disegno], aveva un'insellatura meno evidente e - soprattutto - il tagliamare meno arcuato e proteso in avanti: in questa configurazione, manteneva le cubie sui masconi, mentre le altre nove unità modificate avevano le ancore sistemate sul trincarino. Dovresti quindi ridurre il "rialzo" del trincarino verso prora e modificare le linee del tagliamare, viceversa realizzerai lo scafo di uno degli altri "Navigatori" modificati e non quello del Vivaldi.
  24. Alagi

    Mario Federici Ed Il Lafolè

    Wikipedia sta alla cultura e alla conoscenza come il Grande Fratello sta all'Encilopædia Britannica.
  25. Alagi

    Luna Rossa Cerca Un Tetto

    Penso che il problema, oltre che economico, sia quello di una caduta di appeal della "Coppa America" come competizione velica. Il fascino indubbio della manifestazione, sino al 1983, risiedeva anche nel fatto che sino ad allora era stata sempre vinta - con le buone o con le cattive - dagli americani, e che si correva da sempre a Newport, Rhode Island. Inoltre, prima si regatava con i Classe "J", poi, dal secondo dopoguerra, con i 12 m. S.I. - che erano le vere e proprie "barche da Coppa America" - e la combinazione dei tre elementi (location, imbarcazioni pressoché monotipo, impossibilità sino ad allora di vincere per un team non statunitense) costituiva un insieme assolutamente bello, di charme, avvincente e, - non dimentichiamolo - di valenza tecnica, sportiva e agonistica di livello assoluto. Nel 1983, dovendo organizzare un mio viaggio negli Stati Uniti a luglio, feci in modo di passare da Newport e - credetemi - l'atmosfera che si respirava sulle banchine dei "marina" e nelle strade di quella cittadina del New England era davvero unica, imperdibile e irripetibile. Tra l'altro, era l'anno di Azzurra (la prima), a testimonianza del fatto che anche la vela, se opportunamente presentata alle masse, può dare e fare spettacolo (positivo) e diventare un elemento catalizzatore anche per chi proprio velista non è. (Devo recuperare le diapositive che scattai 31 anni fa, digitalizzarle e presentarle qui, penso piacerebbero...). Alla fine, l'edizione del 1983 si concluse come tutti sappiamo: vinse Australia II (con la sua chiglia rivoluzionaria), battendo in finale l'americana Liberty che passò dal 3-0 inziale alla quasi incredibile sconfitta 3-4. La Coppa America in quanto manifestazione di appeal, di stile, di un modo di essere e di un mondo che forse non c'era già più finì quando la Coppa delle Cento Ghinee passò di mano dagli americani agli australiani. Poi, ne abbiamo viste di tutti i colori: dalla vergognosa edizione del 1988 (un catamarano da 18 metri contro uno scafo enorme da 27), alle Coppe Americhe perse sul campo e vinte in tribunale, all'introduzione della classe IACC ("International America's Cup Class"), che però non è stata più in grado di riscuotere l'entusiasmo di un tempo. Quindi, il fatto che Luna Rossa non susciti - oggi - particolari entusiasmi mi dispiace, ma non mi stupisce. Anche la "Coppa America", come tutte le cose belle, doveva finire: ed è ancora andata bene che sia durata dal 1851 al 1983, nei 132 anni più avvincenti che la storia delle competizioni veliche possa ricordare. Quanto è accaduto dopo il 1983 è stato solo un declino, e oggi la "Coppa America" è una competizione velica come le altre, o forse anche meno interessante di alcune altre. Sarà anche una visione romantica, ma noi velisti (io ormai quasi del tutto "ex") romantici lo siamo sicuramente.
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