Penso che il problema, oltre che economico, sia quello di una caduta di appeal della "Coppa America" come competizione velica.
Il fascino indubbio della manifestazione, sino al 1983, risiedeva anche nel fatto che sino ad allora era stata sempre vinta - con le buone o con le cattive - dagli americani, e che si correva da sempre a Newport, Rhode Island.
Inoltre, prima si regatava con i Classe "J", poi, dal secondo dopoguerra, con i 12 m. S.I. - che erano le vere e proprie "barche da Coppa America" - e la combinazione dei tre elementi (location, imbarcazioni pressoché monotipo, impossibilità sino ad allora di vincere per un team non statunitense) costituiva un insieme assolutamente bello, di charme, avvincente e, - non dimentichiamolo - di valenza tecnica, sportiva e agonistica di livello assoluto.
Nel 1983, dovendo organizzare un mio viaggio negli Stati Uniti a luglio, feci in modo di passare da Newport e - credetemi - l'atmosfera che si respirava sulle banchine dei "marina" e nelle strade di quella cittadina del New England era davvero unica, imperdibile e irripetibile. Tra l'altro, era l'anno di Azzurra (la prima), a testimonianza del fatto che anche la vela, se opportunamente presentata alle masse, può dare e fare spettacolo (positivo) e diventare un elemento catalizzatore anche per chi proprio velista non è.
(Devo recuperare le diapositive che scattai 31 anni fa, digitalizzarle e presentarle qui, penso piacerebbero...).
Alla fine, l'edizione del 1983 si concluse come tutti sappiamo: vinse Australia II (con la sua chiglia rivoluzionaria), battendo in finale l'americana Liberty che passò dal 3-0 inziale alla quasi incredibile sconfitta 3-4.
La Coppa America in quanto manifestazione di appeal, di stile, di un modo di essere e di un mondo che forse non c'era già più finì quando la Coppa delle Cento Ghinee passò di mano dagli americani agli australiani.
Poi, ne abbiamo viste di tutti i colori: dalla vergognosa edizione del 1988 (un catamarano da 18 metri contro uno scafo enorme da 27), alle Coppe Americhe perse sul campo e vinte in tribunale, all'introduzione della classe IACC ("International America's Cup Class"), che però non è stata più in grado di riscuotere l'entusiasmo di un tempo.
Quindi, il fatto che Luna Rossa non susciti - oggi - particolari entusiasmi mi dispiace, ma non mi stupisce.
Anche la "Coppa America", come tutte le cose belle, doveva finire: ed è ancora andata bene che sia durata dal 1851 al 1983, nei 132 anni più avvincenti che la storia delle competizioni veliche possa ricordare.
Quanto è accaduto dopo il 1983 è stato solo un declino, e oggi la "Coppa America" è una competizione velica come le altre, o forse anche meno interessante di alcune altre.
Sarà anche una visione romantica, ma noi velisti (io ormai quasi del tutto "ex") romantici lo siamo sicuramente.